The Definitive Guide to Toto

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Il terzo funerale lo volle organizzare un capoguappo del Rione Sanità (il suo quartiere natio) il 22 maggio, pochi giorni dopo il trigesimo; a esso aderì un numero altrettanto vasto di persone, nonostante la bara dell'attore fosse ovviamente vuota.[197]

«Aveva la mania della nobiltà: il primo giorno che lavorai con lui gli domandai: «Devo chiamarla principe o Totò?» Ci pensò un attimo, poi mi rispose: «Mi chiami Totò».

«La morte è una cosa naturale e averne paura è da fessi. Io, la prima cosa che ho fatto quando ho guadagnato nu poco di soldi, è stato comprarmi una cappella a Napoli: for every andarci advert abitare da morto.

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All'inizio degli anni venti Giuseppe De Curtis riconobbe Totò come figlio e regolarizzò la situazione familiare sposandone la madre.[13][27][45] Riunita, la famiglia si trasferì a Roma, dove Totò, con la disapprovazione totale dei genitori, fu scritturato occur "straordinario"[9] – cioè un elemento da utilizzare occasionalmente e senza nessun compenso - nella compagnia dell'impresario Umberto Capece, un reparto composto da attori scadenti e negligenti.[46] Si affacciò così alla commedia dell'arte e guadagnò un particolare apprezzamento del pubblico impersonando sul palco l'antagonista di Pulcinella.

, un episodio del film Capriccio all'italiana,[184] dove l'attore prese parte anche a un altro corto di Steno: Il mostro della domenica.

Totò a teatro con Anna Magnani, nella parte finale 토토사이트 della rivista Quando meno te l'aspetti, presentata al pubblico nella stagione 1940-1941 Questi primi esperimenti cinematografici surreali non ottennero il successo di pubblico che Totò riscuoteva invece sul palcoscenico. Quando tornò a teatro, alla fantastic del 1940, l'avanspettacolo period già tramontato, sostituito dalla "rivista", un genere teatrale sorto a Parigi e dal carattere (almeno nel primo periodo) esclusivamente satirico – for every quanto concesso dal routine fascista –[seventy six] presentato sotto forma di azioni sceniche ricche di allusioni e di accenni piccanti.

Terminate le elementari, venne iscritto al collegio Cimino, dove for each un banale incidente con uno dei precettori, che lo colpì involontariamente con un pugno, il suo viso subì una particolare conformazione del naso e del mento; un episodio che caratterizzò in parte la sua "maschera".[34] Nel collegio non fece progressi, quindi decise di abbandonare prematuramente gli studi, senza aver ottenuto la licenza ginnasiale.[35] Poiché sua madre lo voleva sacerdote,[27] in un primo tempo frequentò la parrocchia come chierichetto; ma, incoraggiato dai primi piccoli successi nelle recite in famiglia (chiamate a Napoli «periodiche»)[thirteen] e attratto dagli spettacoli di varietà, nel 1913, ancora in età giovanissima, iniziò a frequentare i teatrini periferici esibendosi – con lo pseudonimo di "Clerment" –[twelve] in macchiette e imitazioni del repertorio di Gustavo De Marco, un interprete napoletano dalla grande mimica e dalle movenze snodate, simili a quelle di un burattino.

[119][120] Nello stesso anno interpretò, sempre per la regia di Monicelli e Steno, Totò e i re di Roma, l'unico film che lo vide recitare con Alberto Sordi. La pellicola, che inizialmente doveva intitolarsi E poi dice che uno…, venne ritenuta offensiva "del decoro e del prestigio di pubblici funzionari, nonché nella parte finale del sentimento religioso".[121] L'anno seguente fu premiato con un nastro d’argento for each la sua interpretazione in Guardie e ladri[122] e l'opera venne presentata al Festival di Cannes 1952 (dove si aggiudicò il premio for each la migliore sceneggiatura);[123] nello stesso anno l'attore collaborò a Siamo uomini o caporali?, la sua biografia (che si ferma nel 1930, dopo il suicidio di Liliana Castagnola) curata da Alessandro Ferraù ed Eduardo Passarelli.[124][one hundred twenty five]

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